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Comune di Andria
Inforrmazioni Turistiche: Andria
Andria, città dell’olio extravergine di oliva con la sua tipica “Coratina”, del vino rosso di uva Nero di Troia e del vino rosato di uva Bombino Nero, della famosa burrata, inventata nei primi anni del 1900 da Lorenzo Bianchino Chieppa, e dei tipici confetti ideati da Nicola Mucci nel 1894, fu una città cara all’Imperatore Federico II di Svevia tra il XII e il XIII secolo. Nella Cattedrale dimorano le spoglie di due delle mogli dell’Imperatore, Jolanda di Brienne e Isabella d’Inghilterra. In territorio andriese, inoltre, Federico II fece edificare nel 1240 l’edificio oggi diventato simbolo dell’intera Regione Puglia, meta ogni anno di migliaia di turisti e studiosi da tutto il mondo: il Castel del monte.
Delle origini di Andria vi sono tracce che fanno presagire la sua esistenza fin dalla preistoria, forse fondata dal greco Diomede, eroe della guerra di Troia, dalla cui isola natìa (Andros) pare possa derivare il nome di Andria.
La storia millenaria della città è testimoniata da significativi siti archeologici, tra i quali si evidenziano quelli di Santa Barbara e di Monte Faraone.
Nel sito di Santa Barbara sorgeva un’antica città Illirico-Japigia, la misteriosa “Netion” o “Netium”, la cui distruzione pare possa essere collegata alla conquista dei Romani nel III sec. a.C. della Puglia, inizialmente colonizzata dai Greci. Lungo ciò che resta di una muraglia costruita intorno al colle di Santa Barbara, sono sparsi centinaia di frammenti di ceramica geometrica dipinta in stile dauno risalenti dal VII al V sec. a.C., e pezzi di ceramica grezza risalenti ad epoca anteriore.
Andria, dunque, città dalle origini molto antiche nelle cui adiacenze, così come indicato nella Tabula Peutingeriana, scorreva il famoso fiume “Alvedium o Alvedius” che proseguiva la sua corsa nell’attuale lama Camaggio Ciappetta, e della cui esistenza, stando a quanto descritto da Raffaele Ruta di “Archeologia viva”, quasi tutti gli autori delle antiche Topografie Historiche del Regno di Napoli (Corcia e Romanelli) concordano.
Andria acquistò importanza in epoca bizantina quale residenza dei monaci basiliani, fuggiti dall’oriente durante la lotta iconoclastica dei secc. VIII e IX. I basiliani hanno lasciato interessanti ipogei tufacei, ancora oggi visitabili, come le Chiese di S. Maria dei Miracoli, dell’Altomare, di Gesù della Misericordia e di Santa Croce.
Nel 1046 Pietro I Normanno diede origine all’agglomerato urbano elevandola a “civitas”, cingendola di mura con 12 torri di guardia e una rocca di difesa, i cui resti sono ancora visibili nei pressi di Porta Castello. Sotto il dominio dei Normanni nel 1073 divenne “Contea” e fu elevata a Sede Vescovile con San Riccardo inglese, dichiarato in seguito patrono della città. Ai normanni nel XII secolo successero gli Svevi sotto i quali, con Federico II, accrebbe valore grazie alla sua fedeltà, favorendone lo sviluppo con privilegi ed esenzioni fiscali.
Federico II la elesse a sua residenza e per questo, sopra una delle colline più alte del territorio murgiano, fece costruire Castel del Monte nel 1240.
Andria divenne contea angioina dal 1305, quando fu data in dote dal Re Carlo II d’Angiò alla figlia Beatrice, andata sposa a Bertrando dei Conti del Balzo. Sotto i del Balzo Andria fu elevata a Ducato e nel 1350 subì un disastroso assedio con incendi, distruzioni e morti, da parte di mercenari tedeschi e lombardi al seguito dell’esercito ungherese.
Andria fu feudo degli Orsini, poi di Consalvo di Cordova, infine dei Duchi Carafa, sotto i quali, nel 1799 subì un assedio con distruzione, incendi e stragi.
Incorporata nel Regno delle due Sicilie, seguì le sorti di questo fino all’Unità d’Italia eleggendo Garibaldi primo deputato della città.
Alla fine della seconda guerra mondiale con l’Italia liberata dalle forze alleate anglo-americane, Andria fu interessata da una vera e propria rivolta civile sfociata nella tragica giornata del 6 marzo 1946 caratterizzata dal martirio delle sorelle Luisa e Carolina Porro.
Tratto da: comune.andria.bt.it
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